La fase 2 Coronavirus rischia di bloccare gli appalti. Questo è stato indicato dall’Autorità nazionale anticorruzione, che ha richiesto anche l’adozione di norme specifiche per consentire lo svolgimento delle successive gare d’appalto. Il blocco possibile è più reale di quanto si pensi, anche perché potrebbe essere provocato dalla sospensione dei procedimenti amministrativi.
Fase 2 Coronavirus e i rischi per il sistema degli appalti
In particolare, l’Anac ha sottolineato come il così detto Decreto Cura Italia abbia stabilito come all’interno dei procedimenti amministrativi non si debba tenere conto del periodo che è trascorso tra il 23 febbraio e il 15 aprile del 2020.
A questo si aggiunge l’indicazione per la quale le Amministrazioni dovrebbero adoperarsi allo scopo di consentire una durata ragionevole, oltre ad una veloce conclusione, per i procedimenti. Si dovrà dare anche priorità a quelli urgenti. Oltre a ciò, si prevede la sospensione anche delle diverse procedure d’appalto.
Bisogna notare come il decreto Liquidità abbia prorogato ulteriormente il termine, portandolo al 15 maggio, creando una situazione di incertezza. Per questo l’Anac ha voluto sottolineare i rischi che sarebbero connessi ad una sospensione generalizzata delle gare d’appalto.
L’autorità ha proposto, allo scopo di uscire dall’impasse, di effettuare le gare urgenti attraverso l’utilizzo della modalità telematica, in modo da evitare il blocco degli appalti. Allo stesso modo, ha richiesto che non si applichi quello che è da vedersi come un generale blocco, ma che sia possibile, invece, differenziare i settori.
Infine, sono stati dati alcuni particolari suggerimenti alle Stazioni Appaltanti, come, ad esempio, la possibilità per le gare per le quali non vi sia ancora stata la pubblicazione del bando, di prevedere un differimento della procedura a seconda della loro urgenza, e la possibilità di non far scattare penali per i ritardi che riguardino l’esecuzione dei lavori.