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Molti si chiedono se si può vietare il distacco del riscaldamento centratalizzato all’interno di un condominio. Finalmente arriva una sentenza della Corte di Cassazione in merito.

La Corte di Cassazione con la sentenza 32441 ha spiegato che il condominio non può opporsi al distacco di un impianto di riscaldamento centralizzato. La sentenza degli Ermellini specifica che il regolamento condominiale non può entrare in contrasto con i principi presenti all’interno del Codice Civile. Infatti, è stato analizzato il caso di un condomino che aveva chiesto di distaccare l’impianto di riscaldamento centralizzato. Ma poi l’assemblea aveva deciso di respingere la richiesta. Ne era emerso un contenzioso legale fino a quando la Corte d’Appello non aveva confermato la decisione dell’assemblea condominiale. Infatti, per il giudice di secondo grado il distacco dell’impianto centralizzato di riscaldamento era da ritenersi illegittimo, in quanto andava contro le regole condominiali.

L’iter legale sulla lite per il distacco del riscaldamento centralizzato

Secondo i giudici di primo e secondo grado, il distacco del riscaldamento centralizzato non poteva essere fatto perché all’interno del regolamento era vietato questo procedimento. Il punto però è che il Codice Civile, articolo 1118, prevede che il condomino può rinunciare all’utilizzo di questo impianto purché non vada a fare squilibri sul funzionamento per gli altri condomini oppure degli aggravi di spese eccessivi. In realtà, in questo caso non c’era una modifica sostanziale e di conseguenza, non c’era motivo di respingere tale richiesta.

La decisione della Corte di Cassazione

I giudici della Corte di Cassazione hanno deciso che bisogna seguire i principi del Codice Civile. Innanzitutto, il regolamento condominiale non può andare in contrasto con il Codice Civile. Piuttosto, grazie all’articolo 1123 si può obbligare il condomino a staccare il servizio ma continuare a concorrere alle spese in misura proporzionale al suo utilizzo. Il diritto al distacco è stato perciò sancito dalla Cassazione.