La richiesta di un certificato di destinazione urbanistica può essere proposta in diverse situazioni, e ci si potrebbe chiedere che cosa accada nel momento in cui, a seguito della richiesta stessa, l’amministrazione comunale non si occupi di proporre una risposta.
In relazione a tale fattispecie è intervenuto di recente il Tar Campania, sezione II di Napoli, con la sentenza 766 del 12 febbraio del 2019.
Certificato di destinazione urbanistica, il silenzio è accettabile?
In relazione alla richiesta di un certificato di destinazione urbanistica, i giudici del Tar sarebbero stati categorici.
L’atto, infatti, dovrebbe comunque vedere una pronuncia da parte dell’Amministrazione comunale alla quale venga proposta la richiesta, anche nel caso in cui si tratti di una risposta negativa.
Infatti, nonostante il certificato sia rilasciato non dagli uffici, ma da un pubblico ufficiale, dovrà rispettare alcune regole in merito ai rapporto rispetto al privato.
Anche se il documento ha una funzione più dichiarativa che di tipo provvidenziale, non sarebbe ammesso il silenzio da parte dell’amministrazione.
Per i giudici, quindi, si potrebbe tranquillamente ravvisare un obbligo di provvedere da parte dell’amministrazione, obbligo che si potrebbe ricondurre, quindi, alla necessità di ottenere una pronuncia espressa.
Inoltre, questo tipo di documento assumerebbe ancora più significato, e lo assumerebbe anche la relativa pronuncia, in quanto lo stesso diventa spesso necessario per poter svolgere attività come la compravendita di un determinato immobile.
Quindi, il privato può sempre pretendere che gli amministratori si pronuncino in seguito alla sua richiesta del certificato di destinazione urbanistica.